Videogiochi
La prima e unica rivista di videogames - giocomputer - giochi elettronici
Gruppo Editoriale Jackson 1983
Il 1983 è un anno particolare, non so per quale motivo è rimasto impresso nella mia mente come un momento di cambiamento generale, è probabile che questo sia un effetto dovuto anche alle mie esperienze personali dato che essendo piccolo non percepivo tutto quello che mi circondava con molta nitidezza.
Avevo però il sentore che qualcosa di importante stava accadendo attorno a me, forse l'eco della tv che parlava di scudi spaziali, di computer e di nuove tecnologie. Di fatto erano ben poche le informazioni a cui avevo accesso: i giochi da bar che vedevo nelle sale giochi, qualche compagno di scuola che parlava di Atari e di home computer, quello che si vedeva nelle vetrine dei negozi, e li rimaneva visti i prezzi sempre fuori parametro.
Ero affascinato da queste cose, erano nuove e si staccavano totalmente da quello che c'era prima. Al cinema proiettavano il Ritorno dello Jedi, TRON e War Games, in TV c'era il video di Thriller di Michael Jackson e nelle sale appariva qualcosa di spettacolare, un gioco con "la grafica di un cartone animato". A Gennaio compare in edicola un rivista, si chiama Videogiochi (o meglio dalla grafica Video Giochi).
Inizialmente non le dedico molta attenzione e ,mal consigliato da un compagno, passano i mesi. Ma la cosa non viene dimenticata, un giorno vedo il numero cinque e mi decido a prenderla. Tremilacinquecentolire per me non sono poche ma non posso più resistere alla curiosità. Credo sia la prima rivista che ho comprato in vita mia e a posteriori devo dire che come esordio non è stato niente male.
Tutto quello che avevo sempre desiderato, ed anche di più, era stampato su quelle pagine, finalmente potevo sapere. In un periodo dove internet non esisteva e la tv era già obsoleta, vivere nel nostro paese, a livello tecnologico, era come essere naufraghi su un'isola deserta. Quelle pagine si aprirono davanti a me come una finestra sul mondo e mi convinsi rapidamente che negli usa vivevano realmente su un'altro pianeta. Solo anni addietro realizzerò che quello che vedevo era pure una minima parte della realtà dato che la rivista inizialmente guardava solo al mercato statunitense, ignorando del tutto quello orientale.
Videogiochi di fatto è la prima rivista italiana dedicata totalmente a questo media ed è per noi quello che è stato Electronic Games per gli americani alla fine del 1981. I contenuti spaziano dai videogiochi casalinghi a quelli da bar, agli LCD portatili e, prova che gli anni 70 sono appena dietro l'angolo, ai flipper, ma da subito lascia la porta aperta al fenomeno che sta li per succedere: l'avvento degli home computer. La testata nasce come diversificazione delle pubblicazioni informatiche del Gruppo Editoriale Jackson, al periodo leader del mercato italiano, ed offre non solo recensioni ma anche una panoramica sugli eventi d'oltreoceano come le coperture dei CES di Chicago, frontiera dell'evoluzione tecnologica. Praticamente il paese dei balocchi.
Inizialmente le recensioni dei giochi, contando i byte, occupano sicuramente più spazio in memoria dei giochi recensiti. Le recensioni non sono firmate, tutta la rivista scivola via come se la raccontasse una anonima voce fuori campo, l'unica interazione col pubblico è l'angolo della posta e i primi concorsi sui punteggi ottenuti sulle console casalinghe, cosa che rapidamente prende piede e solleva l'interesse della comunità fino a diventare una vera e propria associazione. In realtà dietro Videogiochi si celava la mente di Riccardo Albini e dello studio Vit, un'accoppiata che ci accompagnerà per molti anni a venire con riviste come zzap!, K e Zeta.
Nei "credits" compaiono i nomi di due corrispondenti dagli states e credo che alcune cose venissero riprese direttamente da Electronic Games (il numero sei ne riprende addirittura la copertina) e c'è da dire che questo è comprensibilissimo dato che nei primi anni 80 era estremamente difficile recuperare materiale, sia a livello di contenuti che grafico dato che dobbiamo sempre tenere a mente che non c'era ancora la posta elettronica ne computer in grado di gestire la grafica editoriale. Per questo motivo il mercato asiatico era totalmente tagliato fuori e si era a conoscenza solo dei prodotti che venivano spinti ad occidente e nulla o quasi di quelli a livello locale. Ad esempio tutti sapevano dell'uscita del Colecovision o del Vectrex ma nessuno di quella del NES o dell'esistenza delle console SEGA.
Videogiochi è l'anello di congiunzione tra il vecchio (i flipper), l'attuale di allora (i videogiochi) ed il futuro (i computer). La sua flessibilità gli permette di essere abbastanza longeva sopravvivendo fino alla fine dell'86, quando nel mercato occidentale, le console sono quasi estinte. Questo, secondo me, grazie al fatto che nasce in un portafoglio di riviste informatiche e che in quel periodo da noi si vive in differita di almeno un anno rispetto agli usa, quindi si riesce a prevedere l'andamento del mercato.
L'avvento degli home computer schiaccia totalmente il mercato delle console domestiche quindi per forza di cose Videogiochi si evolve. Dopo un breve momento in cui si crede che le aziende possano creare la console ibrida, ovvero metà console e metà computer, il fallimento di tutti i tentativi (Mattel Acquarius, Coleco Adam, SEGA SC-3000 etc..) porta definitivamente al successo gli home computer, quindi Videogiochi dal 29 al 37 diventa Computer & Videogiochi poi, dal 38 al 45 Videogiochi News fino a lasciare la mano.
Durante questi passaggi compare uno spin-off, una rivista intitolata "Home Computer" Già prima della fine, lo studio Vit segue i videogiochi nel loro passaggio sul nuovo mercato computer-oriented. Facendo questo deve girare lo sguardo ad altri mercati dato che c'è una novità, nel nuovo business non ci sono più solo gli usa ma anche l'Inghilterra che si presenta come nuovo astro nascente dei microcomputer e quindi anche della produzione di software e giochi per queste macchine. Da qui succede zzap! ma di questo ne parleremo a sua volta.
Da quello che si legge oggi nella rete l'ultima passione di Riccardo Albini è il Sudoku ma prima di arrivarci non possiamo non citare come sua la geniale invenzione del Fantacalcio alla fine degli anni '90.
Nel 2000 lo Studio Vit è passato di mano essendo stato acquisito da Kataweb del gruppo Espresso.
Ad Ottobre del 2003 compare una rivista intitolata "Videogiochi" che attinge parte delle sue fonti a quella storica di EDGE. L'esperimento dura per 25 numeri finché dopo le ultime stentate uscite termina col numero 25 di Aprile/Maggio 2007. Al suo posto dopo un cambio di redazione compare GamePRO. Non sono a conoscenza di altre attinenze, a parte il titolo, con la prima Videogiochi.
Ho scritto queste note basandomi sulle mie conoscenze personali quindi ci saranno sicuramente errori,imprecisioni ed omissioni. Per questo ed invito chiunque ne sappia di più e lo ritenga opportuno ad inviarmi eventuali suggerimenti e/o correzioni.
Videogiochi Gruppo Editoriale Jackson dal 29 al 37 Computer & Videogiochi dal 38 al 45 Videogiochi News |
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