Pioneer MSX PALCOM
Publisher: Pioneer 1985
Piattaforma:
Recensione del: 07-02-2008
 
Esistono solo due sistemi casalinghi per l'utilizzo di Laser Disc a fini ludici, il Palcom ed il Laseractive, entrambi della Pioneer. Il primo compare per la prima volta nel 1985 il secondo è del 1993 e, pur potendo fruire dello stesso supporto ottico, si presentano come piattaforme ben diverse tra loro. Altri produttori, in entrambi i casi, presentano piattaforme compatibili. Per il momento ci soffermiamo brevemente su queste per capirne le differenze, poi proseguiremo a descrivere quello che è l'argomento di cui vorrei trattare, ovvero il sistema Palcom.

La tecnologia di lettura ottica dei dischi è sfruttata commercialmente già dalla fine degli anni '70 ma solo nell' 83 viene utilizzata per i videogiochi. In ordine di tempo Astron Belt è il primo di questi, prodotto da SEGA, il più famoso è Dragon's Lair prodotto da Don Bluth in consorzio con altri soci.

Nel 1985 la Pioneer presenta un modello particolare di computer basato sul primo standard MSX. Questo standard è famoso per gli add-on proposti dai singoli componenti del consorzio a secondo dei loro punti di forza, come ad esempio quello della Yamaha, con modulo audio potenziato etc.. Ovviamente la Pioneer essendo all'avanguardia nel campo dei lettori ottici presenta un modello con un add-on molto speciale: la possibilità di gestire la funzione di gen-lock e quella di poter pilotare un lettore di Laser Disc.

In questo contesto anche la Victor/JVC presenta un modello di MSX, il Victor HC-95, capace di pilotare un lettore di dischi (l'HD-9500), ma di un'altro standard, il VHD, nato da un consorzio giapponese nel 1983 e mai decollato. Neanche a dirlo sia questa macchina che lo standard ottico è materia veramente oscura dalle nostre parti ed io non sono a conoscenza di giochi su questo supporto, che pure per quanto rarissimi, esistono.

Insieme alla Pioneer anche Sony produce diverse macchine capaci di gestire il "superimposing". La prima, che equivale al Pioneer Palcom PX-V7, è il Sony SMC-70G ma poi ne escono altre, classificate come serie "900". Teoricamente tutte le macchine Sony dovrebbero essere capaci di far girare i giochi del Palcom con lettori che riportano la sigla "Laservision" ma non sono a conoscenza di test effettuati in questo senso. Oltre ai computer dedicati la Pioneer produce un'interfaccia/controller siglato ER-101 in grado di permettere a qualsiasi modello di MSX di pilotare un lettore di Laser Disc. L'accoppiata più diffusa (ma anche più armonica a livello estetico) è il Pioneer MSX Palcom PX-7 con lettore Pioneer LD-7000 oppure Pioneer MSX PX-V60 con lo stesso lettore o con LD-700 che è la versione USA.

I giochi disponibili per questo sistema sono meno una decina: Astron Belt, Badlands, Cosmos Circuit, Esh's Aurunmilla, Inter Stellar, Rolling Blaster, Star Fighters, Strike Mission, Umi Yakuba e due adventure investigativi interattivi uno dei quali, "Murder, Anyone?", presentato in tempi non sospetti sulla rivista Videogiochi in un servizio dedicato ai giochi interattivi.

Alcuni di questi computer, sia Pioneer che Sony, vengono distribuiti anche sul mercato PAL ma di fatto rimangono inutili sulle loro migliori peculiarità dato che tutto il software prodotto è in formato NTSC. (quindi attenzione quando comprate un Sony SMC-70G, che sia G e non GP, e un Pioneer Palcom PX-7 e non un PX-V7).

La particolarità che differisce i sistemi casalinghi da quelli da sala è che i dati di gioco, cioè il programma vero e proprio che gestisce il gioco, viene caricato direttamente dal disco (questo quindi contiene sia la ROM che i filmati), mentre per i secondi solitamente la ROM è residente sull'hardware e quindi il disco contiene soltanto i filmati.


PALCOM Otto anni dopo, quando la Pioneer ci riprova col suo costoso e multifunzionale Laseractive (CLD-A100) è la NEC ad affiancarsi, con il suo modello (PDE-LD1) e non più la Sony, in quel momento non attenta al mercato ludico. La collaborazione con la NEC è palese dato che questa fornisce la compatibilità con la sua console di successo, il PC-Engine, tramite un modulo, il PAC-N10, fatto per essere ospitato anche nella macchina della Pioneer. Anche SEGA, che sul Palcom aveva contribuito solo sul lato software, offre il suo modulo, il PAC-S1, che di fatto trasforma la macchina in un Megadrive + Mega CD. Sopra tutte queste compatibilità però, la vera peculiarità del Laseractive è la possibilità di far girare dei veri e propri Laser Games su supporto Laser Disc e alcuni anche con tecnologia 3D tramite un visore dedicato (GOL-1). La differenza con il primo progetto è che prima il lettore di Laser Disc era la periferica di un computer mentre ora il Laser Disc è il sistema Master mentre gli altri hardware sono le "periferiche".

La cosa interessante del Laseractive è che sulla stessa macchina si possono giocare laser games in versione CD, adattati al SEGA Mega CD come Road Blast o Thunder Storm, oppure gli stessi in versione originale.

Dopo il Laseractive i laser games perdono di interesse tra il pubblico dato che la grafica dei videogiochi entra in un periodo di innovazione, finalmente escono macchine capaci di gestire uno scenario poligonale, e seppur inizialmente il passaggio è traumatico, dato che gli oggetti sono modellati in maniera rozza e privi o quasi di texture, l'interattività fa la padrona rispetto ad una grafica cinematografica ma molto limitata dal punto di vista interattivo. Chi proprio non può fare a meno dei laser games poi può ripiegare su quelli in distribuzione su CD. La qualità è pessima rispetto a quelli su Laser Disc però sono anche infinitamente più economici e dopo qualche anno, con l'uscita di macchine più potenti come il 3DO, raggiungono un livello accettabile.

Con l'avvento dei computer più moderni e flessibili la possibilità di interfacciamento con lettori di Laser Disc diventa decisamente più facile rispetto a prima ma allo stesso tempo diventa pure obsoleta la periferica. L'avvento del formato DVD, alla fine degli anni 90, cancella definitivamente ogni esigenza di utilizzo del formato LD a favore della maggior versatilità di quest' ultimo.

Sul piano dei giochi i laser games che hanno sofferto meno i segni del tempo sono quelli interattivi, cioè quelli in cui si prendono decisioni in tempo reale tramite l'azione dei controlli ed il filmato prosegue di conseguenza (es. Dragon's Lair), mentre quelli in superimpose, cioè quelli in cui la grafica generata dal computer viene impressa su un fondale semi-statico preregistrato (quasi sempre shooter), ne hanno sofferto di più. C'è da dire che quelli che oggi si cimentano in un laser game sono perlopiù appassionati, dato che la grafica dei giochi attuali ha quasi raggiunto un livello fotorealistico è diventato del tutto obsoleto seguire la rigidità di uno schema decisionale. Per quanto riguarda i titoli in superimpose se uno proprio volesse vedere un background fotorealistico può semplicemente registrarlo in un qualsiasi formato video e tenerlo sul proprio hard disk senza bisogno di doverlo "stokkare" su un supporto ottico. Nonostante questo esistono in commercio DVD che offrono collezioni dei laser games più famosi, come quelli di Don Bluth, che operano con il vecchio concetto "meccanico" di salto immagine e possono essere giocati direttamente col telecomando di casa. Per giocare invece a quelli meno conosciuti e non in commercio ci si può affidare agli emulatori, il più famoso di questi è il Daphne che raccoglie intorno a se moltissimi estimatori in tutto il mondo. Sulle aste però rimangono ancora molto ricercati i sistemi originali descritti sopra e per i più danarosi i cabinati originali.

Facendo un salto indietro nel tempo c'è da dire che il mercato occidentale ha tutto sommato accolto bene questo tipo di giochi nelle versioni arcade. A metà anni '80 quasi tutte le riviste di settore riportavano in copertina l'ultimo laser game in uscita e si faceva la fila per mettere monetine nei coin-op. Stranamente però nessuna rivista occidentale ai tempi ha mai accennato nemmeno all'esistenza di una macchina casalinga in grado di poter replicare fedelmente questi giochi sulla nostra tv di casa. Il massimo a cui si poteva aspirare erano pessimi porting che scimmiottavano malamente alcune scene non trasmettendo nulla del feeling di gioco originale. Nel 1985 in italia si caricavano i giochi sullo Spectrum ed il Commodore 64 dal registratore a cassette, erano davvero fortunati i teen ager del sol levante a poter contare su un sistema home di laser games. Mi sono sempre domandato perché i produttori americani, pur avendo immesso sul mercato titoli famosissimi come Dragon's Lair e Space Ace, stranamente non offrirono il loro supporto all'unico sistema casalingo in grado di gestire i loro lavori, e come mai costruttori europei come la Philips, leader nella ricerca di settore e sempre attenta al mercato ludico fin dagli anni '70, non abbia pensato a qualcosa del genere per i suoi MSX ed ha aspettato fino agli anni 90 per poi immettere sul mercato il suo fallimentare CD-I.

Fonti:
laserdiscarchive.co.uk
faq.msxnet.org


 

Pioneer PALCOM PX-V7 con lettore LD-700 Nomenclatura delle connessioni poste sul retro del PX-V7



 

JC-303 Cavo di connessione al lettore Cavo di connessione computer - laserdisc





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